Autori: Stefano Bizzi, Giorgio Petrosyan
Genere: Scienze sociali, sport, biografie e
autobiografie
Editore: Rizzoli
Lingua: italiano
ISBN-13: 978-8817091305
Pagine: 341
Prezzo: Euro 15,30
Prezzo: Euro 9,99
SINOSSI:
A Giorgio Petrosyan la
vita ha chiesto di combattere fin da subito. Nato nell’Armenia insanguinata
dalla guerra con l’Azerbaijan, per sfuggire alle violenze nel 1999 parte alla
volta dell’Italia con il padre Andrei e il fratello Stepan. È l’inizio di un’odissea,
dieci giorni nascosti nel rimorchio di un camion tra il freddo e la paura.
Nella sua fantasia di bambino, Giorgio sarebbe voluto andare a Milano perché
era lì che giocava Ronaldo, mentre suo fratello impazziva per Del Piero e
avrebbe preferito Torino. L’approdo finale, invece, dopo tante porte in faccia,
altro freddo e altra paura, è Gorizia. Qui Giorgio cresce votandosi anima e
corpo alla kickboxing: si tiene lontano da vizi e distrazioni, sceglie la
disciplina, l’allenamento duro. Sceglie di diventare un campione. Inanellando
una vittoria dopo l’altra rimane imbattuto per quasi sette anni, vince i più
importanti titoli mondiali e diventa un’autentica leggenda vivente delle arti
marziali. Ma gli avversari di Giorgio non sono soltanto sul ring: i più pericolosi
sono i demoni che si affacciano nei momenti bui, sono gli infortuni, sono le
frontiere. Sì, perché fino al 2014, quando riceve dal Presidente Napolitano la
cittadinanza italiana per meriti sportivi, Giorgio è un rifugiato, un senza
patria, ogni combattimento internazionale è una sfida nella sfida, ogni
passaggio di confine una rocambolesca, a volte tragicomica avventura. Con le
mie mani è la storia di un uomo che, partito dal niente, si è arrampicato fin
sul tetto del mondo. Che a forza di sacrifici, prima nella vita e poi in
palestra, ha fortissimamente voluto realizzare i suoi sogni, e questi sogni ora
li sta vivendo.
RECENSIONE
UN LIBRO CHE MERITA DI ESSERE LETTO
Premetto che il libro mi è stato regalato da una carissima amica e non è del genere che solitamente prediligo. I miei gusti, lo si può vedere dalle recensioni che ho già scritto, sono meno versatili di quelli di tanti altri: amo il fantasy contemporaneo nelle sue varie declinazioni; ricevere in regalo il racconto di una storia vera mi ha spiazzata completamente. "Leggilo, è bello. Fidati" - mi è stato detto.
L'ho fatto e ne sono felice.
Questo libro non è assolutamente ciò che mi aspettavo e l'ho scoperto fin dalle prime righe. Per capirci, l'ho divorato in meno di due giorni. La reazione a fine libro è stata inaspettata e devastante: avevo le lacrime agli occhi.
Di libri che sapessero emozionarmi così ne ho trovati difficilmente, proprio per il genere che solitamente leggo. Mi dico sempre che se voglio piangere e angosciarmi posso tranquillamente vivere la mia vita; io leggo per divertirmi, per sognare, per rinnamorarmi a ogni primo capitolo e allontanarmi dalla realtà. Ecco perché il fantasy mi è più congeniale. Ma non mi pento e mai mi pentirò di aver letto "Con le mie mani" (tra l'altro un titolo assolutamente indovinato, l'essenza stessa del libro).
Leggendolo ho potuto gioire per i traguardi professionali e personali conseguiti dal protagonista, Giorgio Petrosyan; ho sofferto con lui per il dolore fisico, psicologico e umano che ha provato e, con lui, ho assaporato ogni boccone amaro che ha dovuto ingoiare nel corso degli anni.
Non ho letto la storia di un campione o di un immigrato. No. Quello che ho letto è un libro che ha raccontato le vicende umane di una persona che con disciplina, amore e sacrificio, ha raggiunto tutti (o quasi tutti) i traguardi che si era prefissato.
Il Giorgio Petrosyan raccontato in questo libro è un lottatore, tanto sul ring quanto nella vita, ed è OGNUNO di noi. Un uomo orgoglioso di rappresentare il tricolore in tutto il mondo anche quando quello stesso tricolore non lo ricambiava.
Complimenti, quindi, per non essersi mai arreso a Giorgio Petrosyan che ha conquistato tutta la mia stima a livello personale - e complimenti a Stefano Bizzi che, impeccabile, è stato lo strumento attraverso cui egli si è potuto esprimere.
Se Petrosyan ha conseguito il titolo di "Dottore" per le sue prodezze professionali, infatti, Bizzi per me da oggi è divenuto "il ritrattista" per eccellenza.
L'unico difetto che ho potuto riscontrare in questo libro, è stato una sorta di frammentazione negli avvenimenti svoltisi in Thailandia. E' come se il capitolo fosse stato suddiviso in due parti, forse per mantenere un ordine cronologico che, però, ha interrotto la lettura e spezzato il ritmo, perché ho dovuto rileggere il primo capitolo che ne parlava per poi proseguire con il secondo. Mi ha infastidito. Per il resto, nulla da eccepire.
Libro consigliato a tutti, sportivi e non.
Voto: 4 stelle su 5
Voto: 4 stelle su 5

Nessun commento:
Posta un commento