martedì 28 ottobre 2014

Recensione film: "The anomaly"



TRAMA:

Un uomo si trova di punto in bianco a non essere padrone della propria vita, qualcun altro ha preso il controllo del suo corpo e della sua mente grazie a un impianto sottocutaneo collegato a un satellite in orbita. Torna in se stesso solo per nove minuti e quarantasette secondi alla volta, tempo questo, necessario al satellite per poter fare un reboot. Quel reboot è l'anomalia. Grazie ad essa, di volta in volta, l'uomo scopre un nuovo tassello del puzzle, e al contempo tenta di porre rimedio alle azioni perpetrate dall'ospite indesiderato e suo figlio. Una continua lotta contro il tempo, adrenalina a mille, tensione allo stato puro.

Wow! Sembra un film fighissimo, vero? In realtà non è così.
L'unica anomalia di "The anomaly" è che sia stato prodotto. Probabilmente chi ha tirato fuori i soldi avrà ingenuamente pensato che il fatto di inserire tre protagonisti molto carini avrebbe fatto la magia, invece la triste realtà è che ha toppato di brutto.
Dialoghi vuoti, situazioni improbabili, scene di combattimento improponibili.
Non voglio neppure dilungarmi troppo sul doppiaggio che è stato fatto al risparmio (ma come si può far doppiare più attori a un unico doppiatore? Ma di che cosa si erano fatti? Ma non ce l'avevano un fratello, un cugino, uno zio che potesse dire quel paio di battute?).
Che altro dire?
Se vedete il dvd in vendita, cambiate strada!

Voto: 1 stella 


sabato 25 ottobre 2014

Il nostro segreto


C’era una volta un grande libro color rosso carminio. Nelle sue pagine erano raffigurate principesse e principi che indossavano abiti sfarzosi; c’erano zucche trasformate in carrozze e topolini magicamente tramutati in bellissimi cavalli bianchi. Non c’era limite a quanto veniva narrato all'interno di quel libro.
Io ero solo una bambina che voleva scappare dalla realtà, così mi rifugiavo in quelle pagine, mi nutrivo della fantasia che ne scaturiva, mi dissetavo dei lieto fine in esse contenuti. Quando chiudevo quel volume non ero costretta a tornare immediatamente alla mia vita; potevo immaginare che la storia continuasse, potevo fantasticare su cosa avrei fatto o non fatto nelle situazioni descritte e che avevo letto; potevo fingere di essere qualcun altro.
Non si finisce mai di essere bambini, ma bisogna ammettere che talvolta operiamo delle scelte che ci portano a dimenticare noi stessi. C’è chi accetta, sposa e abbraccia, il suo essere bambino e quindi continua a ricordare per sempre, e chi cerca di sfuggire a questa legge naturale. Chi si allontana, purtroppo, perde un po’ di se stesso, perde un pezzo d’anima. Questo ho sempre pensato e continuo ancora a pensare. Il cuore si indurisce, la mente inizia a compiere un’indicizzazione analitica di ciò che va tenuto e di cosa può essere lasciato indietro.
La mente senza il cuore non è nulla. E’ così che dimentichiamo cosa sia la felicità, cosa sia la pace interiore. È così che dimentichiamo cosa significhi apprezzare i bei momenti.
I miei sogni di bambina erano per lo più incentrati sulla figura del principe azzurro. Bramavo il momento nel quale avrebbe galoppato verso di me sul suo maestoso destriero,  e mi avrebbe portato con sé al castello del quale, un giorno non troppo lontano,  io sarei stata la regina.
Nei miei sogni di bambina, il principe azzurro era bellissimo, con la chioma fluente e il sorriso solare; era coraggioso e avrebbe combattuto per me contro chiunque. Oggi i miei sogni sono sepolti sotto una sottile patina di cinismo camuffata da maturità, ma non ho smesso di sognare: mi sono solo ridimensionata.
Il mio principe non è più un principe, non indossa un’armatura lucente, non ha un cappello col pennacchio e non cavalca un maestoso destriero, però ha occhi profondi e sono certa, anche gentili in talune occasioni. Veste di tutti i colori e non più d’azzurro, e ha un sorriso misterioso, lieve come la rugiada che si posa sui fiori di primo mattino.
Mi piace quel sorriso che aleggia sulle sue labbra: è il mio trofeo, la mia vittoria; e se pure non ho occasione di vederlo con i miei occhi, so che è sempre presente anche quando lui non è con me. È l’energia che accende la mia giornata, è la forza che la fa volare a velocità vertiginosa. È il segreto che condividiamo.
Sono felice del mio principe non principe; sono felice di non essere destinata a indossare i panni della regina di un castello di cui non m’importa nulla. Sono… felice.

venerdì 25 luglio 2014

TRANSFORMERS 4 (2014) VS L'UOMO D'ACCIAIO (2013) = 2 X 1 ACCATTATAVILL'


Trama di entrambi i film: 

Sfuggiti dalla distruzione totale del loro pianeta si sono rifugiati sulla terra. Devono dissimulare la loro vera natura per mantenere il riserbo sulle loro identità: non tutti gli esseri umani sarebbero comprensivi con loro come lo sono stati quelli che hanno dato loro asilo in principio. Li aprirebbero come angurie alla "Sagra del Cocomero" per vedere come sono fatti dentro, per carpire i loro segreti e usarli contro di essi. Gli esseri umani, infondo, hanno da sempre paura dell'ignoto, di ciò che non conoscono o non possono comprendere (e forse un po' di ragione ce l'hanno...). 

All'improvviso il passato di questi eroi sotto mentite spoglie, compare all'orizzonte nei panni dei cattivi per eccellenza. Iniziano gli ultimatum, le distruzioni totali (non ho contato quanti grattacieli, case, fienili, statue e auto, sono saltati in aria ma vi assicuro che il numero era considerevole) e infine le lotte all'ultimo respiro.
Dopo un inizio incerto, la collaborazione tra umani ed eroi finalmente si consolida regalando la vittoria ai buoni e sfanculando i cattivi. Ovviamente le ultime scene ci ricordano che "non finisce qui!" altrimenti i sequel come fanno a farli?

La differenza sostanziale tra i due film è solo una: Transformers 4 è più sanguinario di L'uomo d'acciaio; infatti nei primi 15 minuti di film, il povero Lucas (si chiamava così?) resta letteralmente impietrito dalla paura e dal dolore (nel senso che uno dei cattivi, con un rutto portentoso - ma che aveva mangiato? - lo prende in pieno, lo avvolge in una palla di fuoco, e lo tramuta in una statua che lo ritrae nell'atto di correre, con il volto trasfigurato dal terrore e probabilmente pure dall'incazzatura. E che cavolo, per una volta che lo pigliano in un film lo fanno morire dopo soli 15 minuti? Ma allora non prendetelo, no? Eh!).

Considerazioni:

Belli gli effetti speciali, bella l'azione, belli i combattimenti, ma dopo che hai distrutto mezza città, sul serio... possibile che non ci sia neppure una vittima? Dove cribbio erano andati tutti gli abitanti di quelle città, di quelle metropoli? Un po' di realismo, suvvia!

Al di là di tutto non sono brutti film, solo che mancano di originalità. Transformers 4  ha cambiato l'attore principale che aveva contribuito non poco alla riuscita dei tre precedenti film. Si era creata un'alchimia tra il protagonista umano e gli spettatori e inoltre è mancata la sinergia tra i protagonisti umani e quelli di metallo.

Per quanto riguarda L'uomo d'acciaio, be' che dire? La storia di Superman la conosciamo tutti. Questo film non ha portato nulla di nuovo; non c'è stato un colpo di scena di cui non fossimo già consci, nessuna ventata d'aria fresca, neppure una piccola chiave di lettura che si differenziasse dai precedenti tentativi... nulla.

Voto: per entrambi 3 stelle su 5 (ma solo per gli effetti speciali che erano straordinari).

giovedì 24 luglio 2014

100 RACCONTI DI 100 PAROLE A 100 CENTESIMI ACQUISTABILE SU AMAZON

Ogni storia ha un principio, un corpo, una conclusione; cosa accade però quando tutto questo deve avvenire in una “drabble”, ossia nello spazio ristretto di 100 parole esatte? Accade che l’autore inizia a domandarsi: “Ma quand’è che ho deciso di darmi al masochismo?” ;)
Al di là degli scherzi e delle battute spiritose, il Forum Letterario di Inchiostro&Patatine, qualche tempo fa, ha lanciato una sfida agli autori membri: scrivere delle drabble. Tra le altre è stata selezionata anche “Sette”, la mia drabble, così eccomi qui a presentarvi: “100 racconti di 100 parole a 100 centesimi”, lo sforzo congiunto di 57 autori che hanno voluto farsi del male, ora acquistabile su Amazon :)
SINOSSI:
100 racconti di 100 parole: una bella sfida, quella lanciata sul Forum Letterario di Inchiostro&Patatine e alla quale hanno partecipato 57 scrittori emergenti, professionisti e non, di tutte le età e provenienze. Ogni partecipante doveva attenersi a un’unica e semplice regola: scrivere un racconto di cento parole esatte – non una in più, non una in meno. Una costrizione formale più difficile di quello che sembra: quando le parole sono contate, ogni scelta lungo l’atto della scrittura si trasforma in decisione strategica nell’economia della narrazione. Tuttavia, anziché restringere il nostro campo espressivo, tale esercizio stilistico ne incrementa le potenzialità. Il racconto si libera dal superfluo e dal ridondante, l’emozione si rivela nella sua essenzialità: dolore, paura, pazzia… ma anche amore, gioia e passione letteraria. Questa raccolta presenta un arcobaleno di storie umane che si impongono per la loro purezza, forti e vibranti. Triste o divertente, a volte anche un po’ assurda, ognuna di queste testimonianze letterarie rispecchia delle verità profonde e necessarie che accomunano autori e lettori, instaurando tra di loro un legame atemporale e universale. 
Lanciato nel 2010, il Forum Letterario di Inchiostro&Patatine è una piattaforma virtuale gratuita, una finestra aperta sul mondo dell’editoria e della letteratura. 
È un luogo in cui ci si confronta, dove si possono condividere idee e ricevere consigli sui propri scritti anche grazie ai contest letterari organizzati dallo Staff. 
Dopo 4 anni di attività, il Forum Letterario ospita più di 850 membri registrati, condivide le sue iniziative con 1.400 amici su Facebook e oltre 2.200 follower di Twitter. In costante ricerca di qualità, proposte innovative e canali espressivi liberi, siamo uniti come un’unica grande famiglia.

mercoledì 23 luglio 2014

RECENSIONE: SWEET DREAMS (COVER BY TOMMASO PINI)



Prima di tutto bisogna ricordare che si tratta di una cover. Molti fans del famoso duo synth - pop britannico Eurythmics (Annie Lennox e David A. Stewart) potrebbero storcere il naso, è comprensibile, ma di quella canzone originale, questa cover condivide solamente il testo.

La chiave di lettura della versione di Tommaso Pini è molto personale e va interpretata per ciò che è: il suo pensiero, un nuovo pensiero; partendo dalla ritmica, ossessiva e quasi ammorbante, continuando con i cori di background - che sembrano sussurrare i loro "dolci sogni" segreti, quasi fossero sirene che innalzano i loro canti lontani per catturare gli sprovveduti marinai di passaggio, - e finendo con un sub-ritornello (Hold your head up - movin' on / keep your head up - movin' on) accelerato per enfatizzare il concetto, questa "Sweet Dreams" risulta frizzante e accattivante; al contrario della versione cantata da M. Manson, sebbene mantenendo uno stile strumentale deciso e incisivo, è meno estrema e cupa, e permette quindi, anche all'utente medio e non di genere, di avvicinarsi e ascoltare.


Notevole, inoltre, il fatto che sia le due voci in primo piano che quelle corali in background appartengono allo stesso Tommaso Pini. Il venticinquenne fiorentino (arrivato terzo nel famoso talent show di Rai 2 "The Voice of Italy") aveva già dato prova della sua versatilità canora nel suo percorso all'interno del sopraccitato programma; passando da "Wuthering Heights" di Kate Bush e "Kiss" di Prince dove infatti aveva sfoderato una voce in falsetto, pulita e carezzevole, si era presentato poi sullo stesso palco con "Centro di Gravità" di Battiato, raggiungendo tonalità baritonali.


In sostanza questa "Sweet Dreams" riproposta da Tommaso Pini sembra possedere tutto ciò che è necessario a un pezzo per incontrare il favore del pubblico: ritmo dinamico, varietà vocale senza virtuosismi inutili, un video al di fuori dei parametri standardizzati ai quali siamo PURTROPPO abituati, e che enfatizza lievi sbavature che catturano lo sguardo e ci fanno sorridere pensando che dopotutto, come canta Tommaso Pini stesso nel suo singolo inedito acquistabile su iTunes, "La perfezione non c'è" (e per fortuna, aggiungerei). Bella prova, ora si attende l'album.


Il mio giudizio: 4 stelle su 5 (a una cover non posso dare di più).
Il mio consiglio: da ascoltare.

sabato 14 giugno 2014

RECENSIONI? LINFA VITALE DEL COMMERCIO

Quanto sono importanti le recensioni di un prodotto oggigiorno? Moltissimo!
E attenzione: questo vale per ogni tipo di prodotto; che si tratti di un libro, di un cellulare, di una canzone o di un film.
Oggi come oggi, l'anima del commercio non è più totalmente in mano al commerciante. Le dinamiche delle vendite e degli acquisti sono cambiate (molti acquisti vengono fatti online), come è anche mutato il potere di chi compra. Il potere ora ce l'avete voi, acquirenti! Lo sentite? E' lì nelle vostre mani e vi basta poco, un paio di secondi del vostro prezioso tempo, per decretare il successo o il fiasco di ciò che deciderete di recensire.
Ma come devono essere scritte le recensioni? Dipende dal prodotto, ovviamente. 
Per esempio se si trattasse di un libro, dovreste dire se vi è piaciuto o non vi è piaciuto; se vi ha fatto riflettere,se vi ha divertito, se vi ha emozionato o non vi ha lasciato nulla. La storia era scritta bene o mancava di originalità? Lo consigliereste o sconsigliereste ad altre persone? Perché?
Se si trattasse di un cellulare, dovreste dire se funziona bene o vi ha dato problemi; se è di semplice utilizzo, se fa tutto ciò che promette, se si rompe solo dandogli un'occhiata storta. Lo consigliereste o sconsigliereste ad altri? Perché? Ha i tasti troppo piccoli, o in caso di touch-screen, è troppo sensibile o troppo poco sensibile?
E così via anche per qualunque altro prodotto vogliate recensire.
Una recensione negativa è utile? Certo!
Nessuno è infallibile e voi avete tutto il diritto di raccontare la vostra personale. E' ovvio che anche nel caso di una recensione negativa sarebbe logico e soprattutto utile che esprimeste le vostre perplessità con chiarezza, tenendo presente che il vostro gusto personale potrebbe differire da quello di qualche altro acquirente.
Con l'avvento di internet il passaparola ora veste un ruolo decisivo, quindi siate sempre onesti nelle vostre recensioni e cercate di essere il più obiettivi possibile! Buon shopping!

sabato 7 giugno 2014

Poesia e dubstep, un connubio irresistibile


Per quanto particolare a un primo ascolto, "La perfezione non c'è" interpretata da Tommaso Pini, è molto orecchiabile e sicuramente diventerà il tormentone di quest'estate, quindi siete avvisati.
Il ritmo, nonostante la facciata melodica, richiama un bel dubstep sound. Il testo è profondo e si presta a una duplice interpretazione se si vuole: da una parte c'è il ragazzo (o la ragazza) che chiede di essere amato/a così com'è, con tutti i suoi errori e imperfezioni (e questa versione farà impazzire moltissimi ragazzi e ragazze; a mio avviso le radio ci bombarderanno con questo pezzo); dall'altra c'è l'uomo che riconosce che la vita non è perfetta pertanto è inutile cercare perfezione dove non ce n'è, e incoraggia un cambiamento reale della nostra visione della vita.
In sostanza lasciamoci andare, non prendiamoci troppo sul serio, cediamo di un passo e cerchiamo di non essere troppo legnosi, impariamo ad apprezzare il mondo e le persone che ci circondano con tutte le loro imperfezioni, perché dopotutto sono anch'esse parte del loro fascino.
(Fan made video by Sabryfun Mika)



Testo:
Per trovarsi è necessario
correre un attimo
anche a rischio di restare soli

e si può trovare
un significato inedito
ai tuoi stessi umori

è un temporale su noi
che punta al cuore

se la perfezione non c'è
tu non la pretendere
mai da te stesso
e non confonderla mai con l'abitudine

la perfezione non c'è
tieni il tuo centro su me
ed innamorati degli errori e imperfezioni come me

per cambiare è indispensabile
cedere un attimo
e non giudicarsi mai a priori

evitare a volte di prendersi troppo sul serio
può distenderti il volto
e il temporale che vuoi
ora è nel cuore

se la perfezione non c'è
tu non la pretendere
mai da te stesso
e non confonderla mai con l'abitudine

e la perfezione non c'è
tieni il tuo centro su me
ed innamorati degli errori e imperfezioni come me
imperfezioni come me

Il temporale che vuoi
cambia il tuo cuore
e stranamente non hai alcun dolore

e la perfezione per te
è un'utopia utile e condivisibile

e non confonderla mai con l'abitudine
la perfezione non c'è

tieni il tuo centro su me ed innamorati degli errori e imperfezioni come me

mercoledì 4 giugno 2014

martedì 3 giugno 2014

"Il teatro dell'anima" Download gratuito OGGI e DOMANI

"Il teatro dell'anima" è finalmente disponibile in formato kindle e-Book su Amazon! Solo per oggi e domani sarà inoltre possibile farne il download gratuito quindi affrettatevi.

Trama:
Una donna senza nome, vede la sua vita come un'opera teatrale; le sue scelte, le sue emozioni, le sue incertezze, sono gli elementi che danno vita agli atti che si susseguono uno dopo l'altro e vanno a formare l'opera completa. 

domenica 1 giugno 2014

Perché scrivo? Ora te lo spiego...

Quando ero piccola, spesso ero costretta a rimanere in casa anche quando fuori c'era il sole. Le giornate mi sembravano così lunghe e tediose, ma i libri mi aiutavano a superare lo sconforto. 

L'infanzia non è sempre un cofanetto colmo di perle e pietre preziose, talvolta ci si possono trovare dentro anche monete false e sassi appuntiti. E' la vita...